La notizia cambia tutto quello che sapevamo per le autostrade italiane: occhio però perché la rivoluzione può rimescolare tutte le carte in tavola.
La notizia dell’ultima ora riguarda da vicino l’Italia e la sua rete autostradale: ecco cosa c’è da sapere e come cambiano le regole. Le novità sono state decise dalla stessa Unione Europea che adesso fa sul serio. Vediamo allora insieme tutti i dettagli.
Il Consiglio dei Ministri ha dato la propria approvazione al DDL Concorrenza, nella seduta n. 90 del 26 luglio scorso u.s. Questo si inserisce a pieno titolo nelle misure e negli interventi di facoltà del PNRR. È stato suddiviso in tre parti: la prima part riguarda le misure in materia di concessioni autostradali. La seconda parte fa riferimento alle misure in materia di rilevazione dei prezzi e usi commerciali, settore assicurativo, trasporto e commercio. Infine, ampio spazio è dato anche alle misure in materia di start up.
Quella che ci interessa è la prima parte, ovvero quelle delle concessioni autostradali. Il ‘Mit’, in una nota ufficiale, ha dichiarato che: “Per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari, anche internazionali, ma andrà allo Stato“. Vediamo quindi cosa cambierà e cosa no per gli italiani che percorreranno le Autostrade del Paese.
Il testo prevede norme per quanto riguarda le procedure di aggiudicazione delle concessioni autostradali, la stipula delle convenzioni, le tariffe e la gestione dei pedaggi. Lo Stato italiano dovrà dal canto suo prevedere la concessione di un canone per la manutenzione e i nuovi lavori, il che ovviamente avrà un costo che andrà a pesare sulle casse statali stesse.
A tutti gli effetti, quindi, il Governo sarà tenuto a versare le quote relative al canone che andrà al concessionario, ma lo dovrà fare consapevole che le entrate saranno per lo più incerte perché dipenderanno dai pedaggi. Dal canto loro, tuttavia, i concessionari vedranno entrate più cospicue perché saranno relative solo alle quote statali e non più all’intera somma ricavata dai pedaggi. Ma non è finita qui.
Un’altra parte fondamentale del testo riguarda, infatti, le concessioni stesse. Queste non saranno più rinnovabili in automatico e potranno avere una durata massima di 15 anni. Inoltre, potranno essere aggiudicate solamente tramite un bando europeo e dovranno essere pubblicate minimo due anni prima della scadenza della stessa concessione.
Il primo banco di prova in Italia ci sarà, dal 31 dicembre del 2026, con la concessione ASTM, del Gruppo Gavio, per la A4 Milano-Torino.
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