La Lambretta e la Vespa hanno segnato la rinascita del Belpaese dopo il secondo conflitto mondiale. Eleggiamo la regina degli scooter nostrani.
C’era una volta un’epoca in cui gli italiani avevano idee geniali, imprenditori illuminati e uno stato che consentisse l’esplosione dell’economia interna. Non c’erano tasse e regole che imponessero un limite all’estro di ingegneri che hanno rivoluzionato l’industria delle due e quattro ruote. Due icone di una Italia al top sono la Vespa e la Lambretta.
All’apparenza così simili nel design, ma piuttosto diverse per storia e destino. Concettualmente sono stati i due primi scooter italiani. Le loro forme sono diventate un marchio di fabbrica, tale da indurre gli appassionati a far faville per possedere i primissimi modelli. La Vespa ha conservato intatto il proprio DNA, essendo rimasta italiana la produzione. E’ Piaggio, infatti, a guidare il nuovo corso. La Lambretta, al contrario, è passata ad una proprietà 100% indiana che dal 1972 ha provato a conservare il family feeling del marchio milanese.
La prima Vespa è stata una idea dell’ing. Corradino D’Ascanio. Quest’ultimo, nato nel 1891, fu un pioniere della mobilità. Dopo essersi specializzato nell’aeronautica si lanciò nella produzione di deltaplani sino all’incontro che lo fece entrare nella leggenda. Enrico Piaggio voleva in gamma un mezzo che avrebbe dovuto facilitare la vita agli italiani. La prima storica serie di Vespa venne brevettata nel 1946. Per la somiglianza alle forme dell’insetto, la Vespa divenne il motociclo più desiderato dagli italiani e continua ad esserlo per dei consumi eccezionali.
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L’ingegnere Pier Luigi Torre, specializzato meccanica e Cesare Pallavicino, impegnato nel design e nei telai, creò la Lambretta. Il nome derivava dal fiume milanese Lambro. Innocenti a capo del gruppo fece bingo con una struttura tubolare più rigida rispetto al competitor Piaggio su cui veniva assemblata la carrozzeria.
Sono stati creati 145 modelli di Vespa differenti. La prima Vespa della Piaggio vantava un motore 98cc monocilindrico a due tempi raffreddato ad aria, 3,2 CV a 4.500 giri/minuto per una velocità massima di 60 km/h. La Lambretta, invece, equipaggiava un motore a 2 tempi funzionante a miscela olio-benzina, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³.
A differenza della Lambretta, la Vespa godeva di un telaio costituito da un solo pezzo. La Vespa era totalmente carenata, mentre la Lambretta era uno scooter naked. Nel 1950 arrivò sul mercato anche il primo modello carnato di Lambretta. Negli anni divenne sempre più concettualmente simile alla Vespa. Erano modelli, facilmente, customizzabili e facili da guidare.
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