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Harley-Davidson si guarda le spalle: questi cloni dalla Cina vanno una bomba e costano poco

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Antonio Pinter

Tre nuove moto custom dalla Cina promettono di scuotere il mercato con stile accattivante e prezzi competitivi. Ma saranno all’altezza delle aspettative?

Nel variegato panorama delle aziende motociclistiche cinesi, Benda sta emergendo come un nome da tenere d’occhio. Parte del Gruppo Keeway, questo marchio vanta già una presenza globale impressionante, con una rete di oltre 10.000 concessionari sparsi in 98 paesi. Ora, Benda punta a consolidare la sua posizione nel mercato italiano con il lancio di tre modelli che promettono di far girare più di qualche testa: una cruiser, una custom e una bobber.

Harley Davidson si guarda le spalle – vitadueruote.it

Il mondo delle moto custom è sempre stato dominato da marchi storici, con Harley-Davidson in prima fila. Tuttavia, negli ultimi anni, l’industria motociclistica cinese ha fatto passi da gigante, migliorando notevolmente la qualità dei propri prodotti e puntando a conquistare fette di mercato sempre più ampie. Benda si inserisce in questo contesto con una proposta assai interessante: tre moto che uniscono design accattivante, tecnologia moderna e prezzi competitivi.

Benda, tre bellezze orientali pronte a conquistare l’Occidente

La LFC 700 si presenta come una cruiser muscolosa, con un look che non passa inosservato. Il suo design è dominato da pneumatici oversize, in particolare il posteriore da 310/35-18, che le conferiscono un aspetto imponente. La sella bassa e il possente motore completano un’estetica che si impone al primo sguardo.

NapoleonBob 500 Benda (press media) – vitadueruote.it

La Chinchillà 500, invece, abbraccia uno stile più classico, con linee retrò che strizzano l’occhio alla tradizione custom. Nonostante le dimensioni più contenute, non rinuncia a dettagli di carattere come i larghi pneumatici, il faro a LED e gli specchietti bar-end.

Chiude il trio la NapoleonBob 500, una bobber che si fa notare per il suo look aggressivo. La colorazione nera opaca con accenti dorati, la forcella carenata ispirata allo stile Springer e la sella monoposto rasoterra le conferiscono un’aria ribelle e distintiva.

Tutte e tre le moto sono equipaggiate con un cruscotto digitale ricco di informazioni, a sottolineare l’attenzione al dettaglio del costruttore. Ma è sotto la carrozzeria che si nasconde la vera sorpresa. La LFC 700 monta un quattro cilindri in linea bialbero da 676 cc, capace di erogare 79 CV a 10.050 giri e 60 Nm a 8.000 giri. Le due 500, invece, condividono un bicilindrico a V raffreddato a liquido da 475,6 cc, che sviluppa 47,6 CV a 8.800 giri e 42 Nm a 6.700 giri.

La ciclistica vede differenze sostanziali tra i modelli. La LFC 700 si affida a un telaio perimetrale in lega leggera, mentre le 500 optano per un traliccio in tubi d’acciaio. Tutte montano una forcella upside-down regolabile, ma mentre la LFC 700 e la NapoleonBob 500 adottano un monoammortizzatore posteriore, la Chinchillà si distingue per i due ammortizzatori tradizionali.

L’impianto frenante della LFC 700 prevede un doppio disco anteriore da 320 mm e un singolo posteriore da 260 mm, mentre le 500 si accontentano di un disco singolo all’anteriore. Tutte le moto sono dotate di ABS e controllo di trazione di serie.

La posizione di guida richiede un certo adattamento, con un’altezza da terra contenuta (685 mm per la LFC, 705 mm per le altre) e pedane avanzate. Il manubrio è generalmente largo, tranne sulla NapoleonBob che monta semimanubri più stretti.

Su strada, la LFC 700 si distingue per la sua potenza e stabilità, anche se il peso e le dimensioni la penalizzano nell’agilità. Le due 500 offrono invece una guida più facile e divertente, con una buona coppia ai bassi regimi nonostante la cilindrata contenuta.

I prezzi sono decisamente competitivi: 11.990 euro per la LFC 700, 5.990 euro per la Chinchillà 500 e 6.490 euro per la NapoleonBob 500. Tutte sono già disponibili presso i concessionari nella colorazione nera.

Antonio Pinter

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