Harley-Davidson nei guai, insorgono sindacati e clienti: cosa sta succedendo

Ci sono molte discussioni in atto attorno al leggendario brand Harley-Davidson, che divide clienti e sindacati. Ecco cosa sta accadendo.

Un paio di settimane fa vi avevamo annunciato una grande notizia per tutti gli appassionati di Harley-Davidson, storico marchio statunitense, produttore di quelle che, secondo molti fan, sono le moto più belle ed amate in assoluto. Il colosso d’oltreoceano ha infatti reso noto il suo ritorno ad EICMA per l’edizione 2024, che si terrà dal 5 al 10 di novembre prossimi, una notizia che ha subito fatto battere il cuore a chi da sempre venera questo brand.

Harley-Davidson ora sono guai
Harley-Davidson logo (Adobe Stock) – Vitadueruote.it

Tuttavia, nelle ultime ore sono arrivate novità poco esaltanti sul fronte Harley-Davidson, che hanno scatenato un vero e proprio caso con sindacati e clienti coinvolti. Come sappiamo, nel mondo di oggi basta un nulla per accendere discussioni e polemiche, e la casa di Milwaukee avrà un bel guaio da dover affrontare. Scopriamo cosa sta accadendo allo storico marchio americano.

Harley-Davidson, polemiche negli USA

Polemiche a non finire negli Stati Uniti d’America, con la Harley-Davidson protagonista in negativo di una vicenda complessa. Il tutto ruota attorno ai modelli Revolution Max, che il brand di Milwaukee vuole trasferire in Thailandia per quanto riguarda la loro produzione, in modo da poter risparmiare e non poco in termini di costi, investendo su un mercato asiatico che per le varie case è sempre più importante. Il CEO Jochen Zeits, non troppo tempo fa, aveva detto che le moto destinate alla vendita in patria sarebbe comunque state prodotte negli USA, ma ora la situazione è cambiata.

Harley-Davidson proteste sulla produzione
Harley-Davidson proteste negli USA (ANSA) – Vitadueruote.it

Secondo quanto riportato dal “Milwaukee Sentinels“, i sindacati non hanno preso per niente bene questa notizia, attaccando il brand produttore di moto che non avrebbe mantenuto la parola data dallo stesso CEO. Un duro commento è arrivato anche da parte di Brian Bryant, vale a dire colui che ricopre il ruolo di presidente dell’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali, che in una nota ha attaccato il colosso del mondo delle due ruote.

Ecco le sue parole: “L’Harley-Davidson ha fatto marcia indietro sulla propria promessa, ed ora ha pianificato di produrre moto all’estero per poi inviarle negli USA per i clienti americani. Per i nostri lavoratori, questa notizia è un vero e proprio calcio nei denti, ed anche un tradimento all’eredità dell’azienda, che è un’icona americana. Si era detto che lo stabilimento in Thailandia avrebbe prodotto moto per i mercati esteri, ma non è così a quanto pare“.

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