L’Alfa Romeo 156 è ancora oggi uno dei modelli più riusciti del Biscione. Scopriamo insieme i suoi segreti più profondi.
Poche auto hanno scritto la storia come ha fatto l’Alfa Romeo 156 (Progetto 932). Una vettura disegnata da Walter de Silva, che ancora oggi fa scuola con il suo stile, ripreso anche dalla più moderna Giulia. Il modello nasce nel 1997 per sostituire la 155, che non era stata molto apprezzata dagli alfisti.
In FIAT quindi si decise di creare una vettura che si differenziasse dalle ultime prodotte dal Biscione e ritrovasse quell’anima perduta. Si lavorò così sul pianale della Tipo II che fu modificato in molte parti e fu poi condiviso anche con la 147. Presentata al Salone di Francoforte del 1997 ottenne subito consensi in tutto il mondo.
Alfa Romeo 156: una vita di corsa
Un successo forse inaspettato anche per la stessa FIAT che nei primi 4 mesi ricevette 90mila ordini e nel 1998 vinse il titolo di Auto dell’anno. Il successo di questa vettura fu tale fa farne nascere ben 3 versioni. La seconda serie vide la luce nel 2001, mentre la terza nel 2003, questa volta con la firma d’auto di Giorgetto Giugiaro.
Furono realizzate poi anche delle versioni speciali. Inoltre l’Alfa Romeo 156 fu impegnata anche in alcune competizioni. In particolare nel campionato ETCC ottenne 4 titoli europei consecutivi dal 2000 al 2002 con Giovanardi e nel 2003 con Tarquini. Nel 2005, con una vettura che ormai aveva sulle spalle già 8 anni prende parte anche al WTCC chiudendo il campionato con un dignitosissimo 2° posto. Grandi successi inoltre anche nel Campionato Italiano Superturismo.
Negli anni poi l’Alfa Romeo 156 è diventata anche una delle ammiraglie delle Forze dell’Ordine. In seguito questo modello è stato sostituito in tutto e per tutto dall’Alfa Romeo 159, che ricalcava tantissimo lo stile della 156 a partire dal 2005, ma non è riuscito a replicare gli stessi successi della propria antenata.